Implementazione graduale dal 2027 al 2029.

Richiede alle grandi aziende di integrare la due diligence ambientale e dei diritti umani (HREDD) nelle loro policy e di identificare, affrontare e porre rimedio agli impatti negativi delle loro pratiche commerciali sulle persone e sull'ambiente. La direttiva include disposizioni sul reddito dignitoso, sul salario dignitoso, sulle pratiche di acquisto e su un impegno effettivo; scoraggia il disimpegno verso i fornitori (il cosidetto “cut-and-run”) quando vengono identificati dei problemi.

Una normativa epocale, che riconosce la sostenibilità del tenore di vita come un diritto umano e che ha il potenziale per cambiare il commercio.

Attuarla in modo equo è fondamentale: i produttori agricoli non possono essere incaricati di raggiungere la conformità da soli. Hanno bisogno di collaborazione, formazione e sostegno finanziario.

Le aziende sono responsabili dell'adempimento dei loro obblighi di due diligence, ma noi siamo qui per aiutarle: gli Standard Fairtrade sono in revisione per essere allineati con la CSDDD e promuoviamo una due diligence equa con particolare attenzione all'instaurazione di un dialogo, di una collaborazione e di una condivisione equa dei costi tra i partner commerciali. Offriamo formazione e consulenza a tutte le organizzazioni dei produttori certificate, supportiamo le aziende nell'analisi del rischio, facciamo monitorare le conformità le attività di rimedio attraverso gli audit FLOCERT e possiamo collaborare a programmi mirati.
Per saperne di più sul lavoro e sui servizi HREDD di Fairtrade per le aziende.

Entrata in vigore prevista nel dicembre 2025.

Vieta il commercio di sette materie prime e dei loro prodotti derivati in entrata o in uscita dal mercato dell'UE quando causano la deforestazione o il degrado delle foreste ed è particolarmente rilevante per le filiere del cacao, del caffè e della soia Fairtrade. La dimostrazione di conformità è a carico delle aziende.

Quando gli agricoltori hanno le risorse e il sostegno giusti, sono nella posizione migliore per conservare le foreste. Secondo una ricerca recente, le cooperative di cacao e caffè certificate Fairtrade si trovano in una posizione migliore per quanto riguarda la protezione delle foreste e il rispetto dell'EUDR.

Molti agricoltori non sono ancora in grado di soddisfare i requisiti di comunicazione dei dati dell'EUDR e rischiano di essere tagliati fuori dal mercato. È fondamentale che l'UE monitori l'impatto dell'EUDR sugli agricoltori e fornisca misure di accompagnamento.

Redditi bassi possono indurre gli agricoltori a disboscare le foreste per la produzione agricola. Qualsiasi legislazione sulla deforestazione dovrebbe affrontare anche la povertà come causa principale, per ottenere un cambiamento sostenibile e duraturo.

Nessuna certificazione può sostituire gli sforzi di due diligence di un'impresa, ma possiamo aiutare con competenze e risorse: gli Standard Fairtrade prevedono requisiti di protezione delle foreste che soddisfano o vanno oltre quanto richiesto dall'EUDR. Sosteniamo i produttori agricoli Fairtrade nella raccolta di dati geolocalizzati di alta qualità e forniamo servizi gratuiti di monitoraggio del rischio di deforestazione.

Le aziende possono avvalersi della Mappa dei rischi Fairtrade per le loro valutazioni del rischio e l’acquisto di materie prime Fairtrade può contribuire a mitigare il rischio attraverso i requisiti degli Standard e affrontando le cause alla radice della deforestazione.

Per saperne di più sul lavoro di Fairtrade per la protezione delle foreste.

Entrerà in vigore nel gennaio 2025.

Mira a rafforzare l'integrità della produzione biologica applicando le stesse regole a tutti gli operatori certificati bio nell'UE e nel mondo.

La credibilità e l'integrità della produzione agricola sono al centro del lavoro di Fairtrade e accogliamo con favore gli sforzi per rafforzarle. Se il nuovo regolamento espanderà il mercato biologico dell'UE, potrebbe rappresentare un'opportunità per gli agricoltori biologici Fairtrade di generare maggiori vendite.

Norme di produzione e di audit più severe e la mancanza di chiarezza sui requisiti comporteranno un aumento dei costi per i produttori agricoli e potrebbero causare la perdita della certificazione biologica, la riduzione delle vendite e la contrazione del mercato biologico dell'UE. Molte organizzazioni di agricoltori Fairtrade che coltivano cacao, caffè e banane biologiche hanno bisogno di più tempo per essere pienamente conformi. Diverse filiere rischiano di essere interrotte.

Abbiamo chiesto con forza di prolungare il periodo di transizione per mitigare le potenziali interruzioni, ma purtroppo non ci hanno ascoltato.

Tutte le parti del sistema Fairtrade stanno attualmente lavorando per garantire che i produttori agricoli, i trader e le aziende siano consapevoli delle implicazioni e possano accedere a una guida. Fairtrade International e il certificatore FLOCERT informano i produttori agricoli, i presidi locali in Africa, Asia e America Latina offrono formazione e workshop e le organizzazioni nazionali Fairtrade discutono le sfide e le possibili strategie di mitigazione con i partner commerciali.

Approfondisci: leggi i suggerimenti del Movimento per il Commercio Equo per una giusta transizione.

Previsto per la fine del 2027.

Mira a vietare l'accesso al mercato dell'UE alle merci prodotte con il lavoro forzato. Il regolamento si applicherà a tutte le aziende, i prodotti e le fasi di produzione, ad eccezione del trasporto. Le autorità indagheranno sui problemi legati al lavoro forzato in base al rischio e le aziende dovranno dimostrare il rispetto degli obblighi di due diligence.

Il regolamento accende i riflettori sulle pratiche diffuse e spesso nascoste del lavoro forzato e ha il potenziale per interrompere il commercio che ne trae profitto.

Il rischio di lavoro forzato è notevole nei settori in cui opera Fairtrade, tra cui cacao, caffè, tè, zucchero, frutta, verdura, riso, noci, cotone e oro.
Nessun sistema di certificazione può affrontare il problema da solo.

Qualsiasi legislazione sul lavoro forzato dovrebbe affrontare anche le cause alla radice, come la povertà, i prezzi bassi e le pratiche commerciali sleali.

Abbiamo l'esperienza, gli strumenti e le competenze per collaborare con i produttori e le aziende nell'affrontare la questione del lavoro forzato nelle filiere: gli Standard fanno da guida e richiedono la prevenzione e il rimedio del lavoro forzato, offriamo formazione e sostegno ai produttori e implementiamo programmi personalizzati per settori e Paesi specifici.

L'ECD entrerà in vigore nel settembre 2026.

Il GCD è ancora in fase di negoziazione e dovrebbe essere adottato dall'UE nel primo trimestre del 2025. 

Entrambe le direttive mirano a contrastare il greenwashing e si applicheranno a tutte le aziende e a tutti i prodotti. La direttiva ECD vieta le dichiarazioni ambientali generiche e richiede che le etichette dei prodotti siano basate su un sistema di certificazione. La direttiva sui Green Claims introduce norme sulla comunicazione, la verifica e la giustificazione delle dichiarazioni.

L'esatta portata e i requisiti della direttiva sui Green Claims potrebbero ancora evolversi. Abbiamo verificato la conformità delle dichiarazioni ambientali di Fairtrade con i criteri attualmente proposti, ma sarà necessaria un'altra revisione una volta che i requisiti saranno definitivi.

Le direttive hanno il potenziale per portare maggiore chiarezza in un panorama di sostenibilità sempre più affollato, ridurre il greenwashing e distinguere i sistemi di certificazione affidabili dalle etichette con un impatto limitato.

Le aziende che lavorano con la certificazione di prodotto beneficeranno di procedure semplificate per la verifica delle loro dichiarazioni. Fairtrade è nella posizione ideale per collaborare con le aziende in questo senso. I nostri Marchi e le dichiarazioni che ne sono alla base sono supportati da un sistema di certificazione trasparente, riconosciuto e solido, con verifiche indipendenti e una forte governance.